Qualche volta, la febbre d'apertura può causare un caso severo di danni al cervello. Il tipo che ti costringe a fare un acquisto che secondo tutti gli standard accettabili andrebbe considerato pazzo. Ecco il caso di quelli che decidono di comprare un binoscopio gigantesco. Già molto è stato detto sui grandi svantaggi del binodobson. Insomma, ci dev'essere una ragione perché quasi nessun'azienda di telescopi li offre. Ma questi pregiudizi sono veri o sono soltanto basati su assunzioni senza l'esperienza vera per confermarli? Per scoprirlo, ho portato il mio nuovissimo binodobson da 18" al Panarotta dove i nostri amici Trentini hanno organizzato un bellissimo Star Party lo scorso weekend. Inanzitutto vorrei ringraziare tutti loro per la loro ospitalità, la loro gentilezza e l'entusiasmo con cui mi hanno accolto. Mi piacerebbe anche tanto di sentire i commenti su questo articolo di tutti coloro che erano lì. Così l'articolo diventerà più completo e più corretto.
Questo binodobson è stato costruito in Olanda dal costruttore conosciuto il Sig. Arie Otte. Il lavoro su questo gioiello gli ha preso non meno di 15 mesi e potete immaginarvi quant'ero emozionato quando l'ha finalmente consegnato un mese fa. Come sapete, ho trovato l'osservazione con un solo occhio sempre più faticoso e ho posseduto o provato quasi ogni torretta binoculare sul mercato, da una cinesina, al magnifico Denk II fino ad un'incredibile Siebert da 2". Sfortunatamente nessuna di queste mi ha impressionato davvero alla fine. Vignettatura, un ingrandimento addizionale e una costante perdita di luce (anche nel modello da 2") mi hanno sempre più frustrato. Quindi c'era solo un'ultima soluzione: un grande binoscopio. Non c'è tanta informazione affidabile in giro, ma tutti gli articoli e tutte le testimonianze che ho trovato parlavano in superlativi quindi ne ho ordinato uno. Era un salto spaventoso nel buio perché un binodobson non è veramente uno strumento economico e non ho avuto l'occasione di provarne uno, a parte un'occhiata brevissima nel mostruoso 24" di Andrea Boldrini, prima che arrivassero le nuvole. Ma il buon Sig. Otte ha sempre risposto con grande pazienza e argomenti scientifici solidi a tutte le mie domande, quindi ho preso il salto.
Prima, parliamo di numeri. Il binodobson è largo 145cm, alto 220cm e pesa intorno 150kg. Quindi è grande... molto grande. Le ottiche sono due specchi da 18" fatti da Nichol in Inghilterra, curvati a f/5. Dei focali più spinti farebbero la collimazione troppo critica e come vedremo la collimazione di un binodobson non è un gioco da ragazzini. Il telescopio arrivava completo con delle ventole (anche per il "boundary layer"), Telrad, ruote, impianto anti-appanamento per i secondari, Argo Navis e ServoCat che vengono nutriti da tre batterie ricaricabili interni. Il tutto sta perfettamente montato nel carrello che ho comprato apposto.
Una parola sulla collimazione. Come ho già scritto in altri post, un binodobson richiede la collimazione di due tubi ottici al posto di uno. Per fortuna il Sig. Otte ha previsto dei bastoni lunghi che permettono la collimazione dei primari all'oculare. Questi servono anche per l'allineamento dei tubi, ma parlerò di questo dopo. In più, un binodob ha due specchi terziari che possono essere collimati facilmente con dei viti sotto la loro montatura. Una volta fatta, normalmente non richiedono la collimazione ogni volta. Poi si aspetta il buio per vedere se le stelle nelle due immagini si fondono. Nel caso di no, devi aggiustare l'allineamento girando i bastoni di collimazione di uno dei primari, perciò leggermende scollimandolo. In genere quest'errore rimane invisibile. Nel caso invece che diventasse comunque visibile, devi ricollimare il primario in questione spostandolo lateralmente. In un colpo di genio, il Sig. Otte non ha fissato i primari con una cinghia, stile Kriege, ma con due cuscinetti a sfera. (S)vitandoli, il primario si sposta e la collimazione perfetta è ristabilita. Anche questa è una cosa che normalmente si deve fare solo una volta e poi rimarrà apposta per molto tempo. Insomma, la collimazione intera del binodobson non richiede più di... 5 minuti!
Adesso arriviamo al sodo. Come sono le prestazioni di un binoscopio confronto ad un telescopio classico? In teoria, un binoscopio offre le stesse prestazioni di un monoscopio con 1,42 volte il diametro. Nel caso del mio 18" per es., sarebbe confrontabile con un 25" monoscopio. Ma questa è soltanto la teoria ottica quando si parla di risoluzione e raccolta di luce. Nella pratica un binoscopio offre un contrasto molto superiore, confrontabile ad un telescopio fino a 1,8 volte il diametro! Nel mio caso sarebbe un Dobson da 32"! La ragione per questo è che quando si osserva ai limiti, l'occhio accetta tanti segnali di luce "falsi" come se fossero "veri". Ma la possibilità che un tale segnale falso viene accettato da due occhi simultaneamente è ovviamente molto inferiore. Questo risulta in uno sfondo più scuro nell'osservazione binoculare ed il contrasto aumenta sensibilmente.
Per scoprire quanto sensibilmente, i miei amici hanno messo il binodobson da 18" di fianco a due Dob classici da 20" e di altissima qualità: un f/5 Starsplitter II con ottiche Galaxy dell'associazione locale e un incredibilmente bello f/3,7 tutto fatto a mano da un artista il nome di cui ho sfortunatamente dimenticato ma il suo lavoro straordinario rimarrà sempre nella mia memoria. La location era il monte Panarotta ad un'elevazione di oltre 1.700m e un cielo con SQM di sicuramente 21,2. Infine, non c'era confronto. Preferirei che i miei amici lo confermassero per non sembrare sprezzante, ma il binodob ha tirato fuori dei dettagli che nei 20" si poteva solo sognare, senza voler minimizzare lo spettacolo che anche questi strumenti offrivano. Un esempio era la piccola planetaria NGC6905 nel Delfino, la quale mostrava tutta la sua struttura interna, tutti i filamenti più delicati, proprio come una foto. Il grande Fede (che conoscete tutti suppongo) commentava dopo che questa planetaria era la cosa più bella che avesse visto quella sera. Tutti erano d'accordo che il contrasto era talmente superiore e menzionavano con grande entusiasmo sull'effetto 3D che il binoscopio offriva. Per la prima volta ho l'impressione che l'osservazione visuale si avvicina proprio alla fotografia ad alta risoluzione. Non c'è più bisogno della visione distolta. Quando stavo cercando il Quintetto di Stephan, l'Argo Navis non era ancora allineato a modo e finivo per caso su una galassietta chiarissima, chiamata NGC7315. Dopo risultava di essere mag. 14. Non potevo crederlo prima perché l'avevo stimato almeno mag. 12 prima all'oculare. Questo è il potere di cui stiamo parlando. Il Quintetto stesso era così chiaro che tutti i 5 membri saltavano fuori senza la minima fatica e con delle strutture evidenti in essi. Dopo ho dovuto tornare su questo oggetto altre due volte per dare l'opportunità ad altri di vederlo perché non volevano credere quello che i loro amici li avevano raccontato. Qualcuno mi diceva che il binodobson aveva superato a gran lungo tutte le sue aspettative. Posso aggiungere che ha superato anche tutte le mie. La visuale che batte la fotografia (per la maggior parte in bianco e nero ovviamente).
Per quanto riguarda la risoluzione, non ho ancora avuto l'opportunità di fare un vero test sui pianeti, Marte e Saturno essendo dietro gli alberi. Ma non ho mai visto delle doppie così nitide e ben separate. I globulari si risolvono con una facilità che ti toglie il fiato e appaiono come delle sfere, piuttosto che dei dischi granulosi.
Un grande svantaggio devo menzionare però, ed è la difficoltà di osservare allo zenit. Il sig. Otte ha preferito di mettere gli oculari tra i tubi stessi per permettere l'osservazione anche vicino all'orizzonte. Ma questo rende l'osservazione allo zenit quasi impossibile perché si deve inchinare molto in avanti e su una scala già abbastanza alta. Ma diciamo che fino ad 80° si osserva comodamente, anche se si deve sempre stare su una scala.
Un'ultima parola sul costo. Un binodobson viene spesso scartato perché si crede che sia troppo caro. E' vero che questo 18" ha costato un po' di soldi. Ma sorprendentemente... dei migliaia di $ in meno confronto ad un 25" Obsession con Argo e ServoCat, se conti anche la spedizione e la dogana. Ed è almeno uguale, se no superiore. Uno svantaggio invece è che devi sempre comprare delle coppie di oculari e filtri e questo aggiunge parecchio al costo totale. Devi anche stare attento a quali oculari che scegli perché usare una coppia di 22mm Nagler è possibile per quasi tutti ma per la maggior parte di noi i 24mm Explore Scientific da 82° sono troppo grossi. Dall'altro lato, la ricompensa semplicemente non ha prezzo. Personalmente non esiterei nemmeno un secondo se dovessi scegliere tra un 25" Obsession o il 18" bino. Per alcuni invece può essere diverso perché non tutti osservono così facilmente con due occhi.
Insomma, posso ancora capire perché ci sono così pochi binodob in giro. La maggior parte degli argomenti pratici risultano di essere falsi perché usare questo 18" è sorprendentemente facile, una volta che si ottiene un po' d'esperienza con la procedura di collimazione. Ma la costruzione è così complesso che anche dopo aver costruito numerosi binodobson il Sig. Otte ha incontrato una lunga seria di difficoltà con il mio. Ma la sua passione ha sempre prevalso e mi sento estremamente onorato e privilegiato che ho potuto diventare il custode della sua ultima opera d'arte. Ultimamente mi ha fatto sapere che continuerà comunque con la sua attività e questo è un bene impagabile per noi astrofili in tutto il mondo perché è solo grazie alle persone come lui che noi possiamo davvero godere lo spettacolo del cielo notturno. Vorrei ringraziarlo ancora una volta per la sua professionalità, la sua dedicazione e la sua amicizia e non smetterò di consigliare i suoi telescopi a tutti.
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