Girando sul web non ho mai trovato recensioni dettagliate, in Italiano, su questa linea di rifrattori della Meade, e più in particolare sull'Infinity 90: quindi ci provo io che lo posseggo da un paio d'anni.Allegato:
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IMBALLOL'imballo si presenta ben protetto, all'interno sono presenti due scatole di ugual dimensione contenenti il tubo ottico uno e la montatura l'altro. Le immagini sulla scatola rivelano da subito la duplice natura di questo strumento, che lo rendono idoneo, oltre che in ambito astronomico, anche nell'osservazione naturalistica grazie alla dimensioni ridotte.
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Scatola dell'Infinity 102/600 pressoché identica al 90/600TUBO OTTICOSi presenta di un bel blu tipico della Meade, è quasi interamente in alluminio e piuttosto leggero.
Il paraluce è in plastica, secondo me poteva essere realizzato meglio, forse è un po corto e il materiale utilizzato, che si presenta di un nero lucido, pare essere fin troppo delicato rigandosi con un nonnulla.
Il focheggiatore è di quelli tipici a cremagliera: il movimento è fluido, realizzato in alluminio con manopole in plastica raffiguranti il tipico logo Meade.
MONTATURAA mio parere davvero un ottima montatura altazimutale quella fornita con l'Infinity 90, mi è parsa più che adeguata al peso che deve sorreggere, molto solida e ben costruita, ad ingrandimenti elevati l'immagine all'oculare è ben salda, anche andando ad agire sulle manopole micrometriche non ho riscontrato traballamenti degni di nota.
Ed è proprio sulle manopole micrometriche che ho trovato un piccolo difetto, a cui si fa l'abitudine ma che a volte può dar fastidio, esse infatti finiscono prima o poi a fine corsa, costringendo ad interrompere l'osservazione e a riportare in corsa la vite.
ACCESSORIGli
oculari forniti sono anch'essi di buona fattura, nel particolare troviamo un 26 MA, un 9 MA e un 6,3 MA, sono leggeri, in plastica, con barilotto in metallo.
Addirittura un astrofilo più esperto di me è rimasto sorpreso comparandoli con suoi oculari Plossl: questi oculari hanno qualità quello che manca però e in cui peccano è il campo apparente che sarebbe stato utile a impreziosire la configurazione ottica di questo telescopio.
La scelta della focale di questi oculari è stata inoltre ben studiata, in quanto, aggiungendo una Barlow, è in grado coprire un range di ingrandimenti considerevole.
Proprio la
lente di barlow seppur faccia il suo lavoro non è di qualità eccezionale, ho notato infatti una leggera perdita di qualità.
Il
prisma raddrizzatore di 90° fa anch'esso il suo lavoro senza degradare l'immagine, tuttavia la sua struttura in plastica e l'apparente fragilità non mi ha mai convinto del tutto rendendolo papabile per una sostituzione.
Il
cercatore reddot seppur in plastica è assai funzionale, generoso lo schermo in cui è proiettato il punto e adeguatamente luminoso il led rosso a intensità graduale, mi ha sempre permesso un puntamento agile ed efficace degli oggetti celesti.
PRESTAZIONIDeep Sky Ho testato questo telescopio su pochi oggetti Deep Sky, tuttavia i più famosi e appaganti.
Ho ancora in mente una magnifica visione della Nebulosa Di Orione, osservata quest'inverno dai cieli cittadini, oppure l'esplosione all'oculare del doppio ammasso di Perseo.
Questo telescopio ha, insomma, una vocazione strutturale per gli oggetti estesi, ed è bene quindi nella scelta di questo telescopio avere queste preferenze di oggetti celesti.
Tuttavia mi sembra bene precisare che si tratta comunque di un telescopio da 90mm, e quindi, a parte gli oggetti Deep più famosi e luminosi, gli altri appariranno inevitabilmente come batuffoli privi di forma definita.
Stelle DoppieIl Meade Initity mi ha dato non poche soddisfazioni sulle stelle doppie che mi hanno permesso di spingere al limite lo strumento, tuttavia sottolinea che già in questo tipo di osservazione, soprattutto nelle stelle più luminose e che richiedono un elevato ingrandimento, l'aberrazione cromatica faceva capolino nei dintorni delle stelle sfalsandone il colore e annullando, in alcuni casi, il fascino dei contrasti cromatici.
Luna e PianetiA causa di un errato acquisto è proprio in questo campo che ho sfruttato di più il telescopio permettendomi una descrizione precisa pianeta per pianeta.
Luna: in qualsiasi telescopio la Luna è sempre e comunque un bell'oggetto da osservare, l'aberrazione cromatica riempie inevitabilmente i bordi esterni del disco lunare già a 60x, tuttavia ciò non compromette in nessun caso i dettagli fini sul disco lunare.
Sulla Luna ho spinto l'ingrandimento fino a 190x ottenendo comunque un immagine decifrabile ma con un "rumore" di fondo, credo dovuto alla barlow in dotazione.
Venere: il primo approccio tra venere il Meade 90/600 è stato devastante andando incontro ad un aberrazione cromatica esagerata.
Tuttavia è bastato un po' di pazienza nel cercare di osservare quando il cielo è ancora chiaro per esempio, oppure utilizzando un filtro lunare per attenuare la luminosità, per ottenere visioni soddisfacenti della Stella Del Vespro osservandone le fasi ed alcune ombre sul disco.
Marte: Osservai Marte con il Meade durante l'opposizione di due anni fa, ancora oggi mi chiedo come mai non osservai alcun tipo di dettagli sul disco che appariva comunque di dimensioni accettabili: probabilmente avevo ancora poca esperienza e/o il seeing non era ideale.
Saturno: L'osservazione di Saturno con questo strumento mi è sempre parsa soddisfacente, infatti, l'aberrazione cromatica sembra non affliggere troppo i dettagli di questo pianeta che fino a 120x appaiono piuttosto netti...certo spingendo oltre 150/160x quello che si ottiene è troppo impastato dal cromatismo.
Giove: Un pianeta poco soddisfacente da osservare con il Meade Inifinity 90, essendo molto luminoso l'alone blu del cromatismo invaderà l'immagine, un risultato che non fa onore al re dei pianeti e neanche lontanamente paragonabile alla nitidezza che si può ottenere con un Mak da 90mm.
Tuttavia, i dettagli principali, Grande Macchia Rossa inclusa, sono presenti e individuabili: è una compromissione prevalentemente estetica, a meno che si spinga oltre i 140/150x in cui il disco appare troppo confuso.
Urano & Nettuno: il grande campo di questo telescopio permette un identificazione agevole di questi due giganti esterni, in quanto, una visione generosa dell'area di cielo permette, carta alla mano, di seguire la giusta strada per identificarli.
Urano ad un ingrandimento di 150x inizia a mostrare il suo piccolo disco verdastro, mentre invece Nettuno rimane puntiforme anche spingendo al massimo il rifrattore.
CONCLUSIONIQuesta proposta dalla Meade, è, a mio parere, una soluzione economica e ben confezionata per il principiante che vuole iniziare a volgere lo sguardo verso i tesori del cielo con un telescopio rifrattore.
Da tenere a mente i campi dove questo telescopio eccelle, ossia l'osservazione degli ammassi globulari e delle nebulosità estese, un oculare grandangolare sarà quindi un acquisto più che consigliato per sfruttare questo strumento.
Laddove l'intento primario sia lo studio dei pianeti occorre invece orientarsi verso il gemello di questo telescopio, ossia il Meade Polaris 90 mm.
Quest'ultimo, infatti, presentando un rapporto focale f/10 abbassa il fastidio dell'aberrazione cromatica e, la montatura equatoriale, permette un più agevole inseguimento dei pianeti.
Il prezzo di acquisto del Meade Infinity 90 si aggira intorno ai 230 euro.